Truffa online
Chi ne è rimasto vittima, lo sa benissimo. Ha mandato un pagamento per acquistare un oggetto o un servizio, ma in seguito, nonostante mille promesse, non gli è arrivato nulla. Gli autori di questi inganni giocano sul fatto che, truffando spesso bassi importi, le vittime di solito lasciano perdere, non presentano denuncia e non fanno niente altro.
Ma è davvero così? Vale davvero la pena sempre di lasciar perdere? Cosa si può fare se si vuole procedere?
La truffa online o via internet costituisce – quantomeno nella maggior parte dei casi – una forma specifica di truffa contrattuale caratterizzata dalla circostanza che la contrattazione fra il truffatore e la persona offesa (truffato) si svolge a distanza, mediante l’uso di strumenti telematici (quali siti internet, email, chat, messaggistica, ecc. o una combinazione di mezzi diversi, a volta coadiuvati anche dall’uso del telefono). Anche l’atto dispositivo posto in essere dalla persona offesa (il pagamento ad esempio) e il conseguimento dell’ingiusto profitto da parte del truffatore sono fatti che possono avvengono “a distanza”. Fra i diversi sistemi di pagamento telematico assume particolare importanza, in quanto spesso impiegata nel fenomeno delle truffe via internet, la c.d. ricarica, che consiste nella creazione di una provvista che il beneficiario potrà utilizzare in un secondo momento mediante uno strumento di pagamento (solitamente una carta di credito di tipo – per l’appunto – “ricaricabile”, quale “Postepay“).
Giova ricordare che la truffa è reato istantaneo e di danno, che si perfeziona nel momento in cui alla realizzazione della condotta tipica da parte dell’autore (truffatore) abbia fatto seguito la diminuzione patrimoniale del soggetto passivo (truffato). Consegue che nell’ipotesi di truffa contrattuale, nel cui ambito va ascritta anche la truffa online, il reato si consuma non già quando il soggetto passivo assume, per effetto di artifici o raggiri, l’obbligazione della datio di un bene economico, ma nel momento in cui si realizza l’effettivo conseguimento del bene da parte dell’agente e la definitiva perdita dello stesso da parte del raggirato (Sez. U, n. 18 del 21/06/2000 – Franzo e altri, Rv. 216429). Pertanto, ai fini della consumazione del reato, divengono decisive non tanto le modalità tramite le quali si sono concretizzati gli artifizi o i raggiri, quanto quelle dell’atto dispositivo. Sicché, nelle ipotesi di materiale spedizione del profitto del reato a mezzo posta, corriere e simili, il momento della consumazione è quello dell’acquisizione della cosa da parte dell’autore del reato. Nel caso di pagamento effettuato tramite ricarica, la spoliazione della persona offesa è invece immediata ed irrevocabile e l’accredito della provvista in favore del soggetto agente è pressoché contestuale rispetto alla diminuzione patrimoniale del soggetto passivo. In ogni caso, il pagamento non è revocabile e, a prescindere dalla data di accredito dell’importo sul conto del beneficiario, il reato si è consumato con l’ormai definitiva lesione patrimoniale del raggirato.
La difesa più forte che puoi attuare è la prevenzione: acquista solo da venditori affidabili e trasferisci soldi solo con strumenti di pagamento sicuri e che offrano un programma di protezione. Dopo la truffa sarà più difficile rintracciare chi ti ha raggirato. Ma non è impossibile! Il primo passo da compiere è quello di sporgere denuncia. Puoi farlo anche da solo o affidandoti ad un avvocato. L’assistenza di un legale ti garantirà, chiaramente, maggiori possibilità. La migliore scelta che tu possa fare è quella di rivolgerti a professionisti altamente qualificati, non solo in ambito giuridico ma anche in ambito tecnologico ed investigativo.