GIOCATTOLI INTELLIGENTI E PRIVACY: parte 2 di 4 (leggi la parte I qui)
Non “dire” troppe cose allo smart toy
Nel momento in cui viene attivata la connessione a Internet dello smart toy o della app che lo gestisce, occorre fare attenzione a fornire solo le informazioni specificamente necessarie per la registrazione ed eventualmente utilizzare pseudonimi per gli account, soprattutto se sono riferiti a minori.
E’ opportuno limitare la possibilità di raccolta e memorizzazione di dati da parte del giocattolo. Ad esempio, si possono disattivare strumenti di rilevazione che possono risultare non indispensabili per il funzionamento, come la geolocalizzazione.
Alcune app utilizzate per gestire smart toys possono richiedere l’accesso alla memoria, al microfono, al WiFi o alla connessione Bluetooth dello smartphone o del tablet su cui vengono installate. Meglio evitare di concedere queste autorizzazioni se non sono strettamente necessarie per il funzionamento del giocattolo. In ogni caso, è importante informarsi sempre su chi e come potrebbe utilizzare i dati raccolti.
Il giocattolo “intelligente” impara interagendo con chi lo usa. Se è in grado di parlare, può allora ripetere le parole che gli vengono dette, comprese eventuali “parolacce”, espressioni violente o frasi offensive. E’ allora opportuno ricordare che, se si vuole uno smart toy “educato”, il punto di partenza è interagire con lui in modo educato.
È bene tenere presente inoltre che gli smart toys, come tutti i dispositivi che sono parte dell’Internet delle cose (IoT), non si limitano ad essere in connessione soltanto con la rete, ma sono anche in grado di “dialogare” tra loro. Questa capacità amplifica la possibilità di incrocio dei dati e di diffusione delle nostre informazioni personali. E’ allora importante ricordarsi di utilizzare in modo responsabile tutti gli oggetti “intelligenti” eventualmente presenti nell’ambiente domestico in cui viviamo.